“Il Maestro apre la porta, ma tu devi entrare da solo

Fernando Cobelo

Fernando Cobelo

Training and Conscious Expressiveness

La formazione esperienziale prevede un apprendimento basato sulla sperimentazione di situazioni reali, lo svolgimento di compiti e l’azione di ruoli da parte del partecipante alla sessione.

Le persone che solitamente si iscrivono a un'esperienza formativa nella maggior parte dei casi si siedono, ascoltano e prendono appunti. Una modalità che permette una conoscenza parziale e nozionistica e che trasforma una realtà ampia e densa di sfumature in un concetto che ha elementi razionali e non percebili attraverso un esperienza diretta. I miei workshop al contrario si presentano in una modalità completamente diversa: i partecipanti non si siedono comodamente sulle sedie ma si immergono nell’intimità di un’esperienza di natura espressiva corporea. Se l’argomento del workshop è l’Autismo ad esempio, i partecipanti entreranno fisicamente in un mondo ampio e per certi versi sconosciuto. In che modo? Sperimentando sulla propria pelle, attraverso training espressivi corporei, l’intimità dei silenzi, la profondità dei contatti e - mediante esperienze incentrate sulla mimica facciale - la metamorfosi di un volto che aderisce alla relazione mediante una gestualità tremula e seziente, spontanea o irriverente ma comunque significativa da un punto di vista comunicativo, costruendo sul volto una miriade di espressioni legate a un filo sottilissimo che unisce azione e sentimento. Perché avviene questo? Perchè per cogliere la profondità emotiva di un bambino, adolescente o adulto autistico è importante ridefinire le proprie consapevolezze, mettendo in discussione ciò che si conosce e sviscerando nuovi elementi percettivi e comunicativi che spesso vengono trascurati.

Antonin Artaud scriveva:“bisogna ammetteere nell'attore l'esistenza di una sorta di muscolatura
affettiva corrispondente alla localizzazione fisica dei sentimenti". Una frase che mette in evidenza il
ruolo centrale che il corpo assolve nella comunicazione con l’altro e con se stesso, e del modo in cui
l’emotività, l'affettività e l’identità stessa vengono esternate, modificate e trasformate attraverso la
plasticità del corpo.

Lasciando parlare il corpo attraverso questa sorta di muscolatura affettiva è possibile quindi risvegliare nell'altro elementi apparenemente sconosciuti che sono fondamentali e indispensabili per dare vita a forme di comunicazioni empatiche e profondamente in ascolto che permettono, come scrive Kenneth Bruscia, di trovare un equilibrio tra l'essere accondiscendente e al tempo stesso esigente, permissimo ma fermo, prevedibile ma non stereotipato ed evitando di stimolare l'altro al di là delle sue possibilità. 

 

Ciò che emerge in tutti i miei workshop è il concetto di performance dove lo spazio, il suono e la gestualità interagiscono magicamente per tutta la durata dell’esperienza. Dove la persona sperimenta potenzialità espressive sconosciute e valorizzando e stimolando, attraverso il corpo e canali di comunicazione appartenenti al non verbale, nuove forme di consapevolezza. Ogni elemento non prenderà sembianze liquide, ma verrà percepito come profondamente legato alla realtà del qui e ora. Un'esperienza formativa e trasformativa che abbraccia empaticamente non la verità di un concetto, ma la sottile intimità di un'esperienza capace di dare vita a un nuovo orizzonte di senso. 

  Workshop Espressivi Formativi:

 

   - Ascolto empatico e relazione di aiuto;

   - L' insegnante consapevole;

   - Ascoltare, aspettare, comunicare: Conoscere L'autismo;

   - Il Suono del corpo;

   - Mimica facciale e linguaggio non verbale;

   - Ritornare al corpo: Ansia e Attacchi di Panico;

   - Il Gioco del corpo nel teatro;

   - Il maschile e il femminile;

   - Il corpo sonoro;

   - La performance e l'espressività del corpo;

   - La logica musicale del movimento;

   - Mimare: Animare con il corpo;

  

    

    La Training and Conscious Expressiveness, attraverso canali espressivi di tipo artistico e il movimento corporeo, stimola nei partecipanti nuove forme di consapevolezza aiutandoli a superare blocchi emotivi, percettivi e culturali.

Dando sfogo all’espressione artistica, i partecipanti potranno:

- Sviluppare un atteggiamento mentale aperto e curioso;

- Imparare a pensare fuori dagli schemi;

- Essere aperti al cambiamento e all’innovazione;

- Individuare soluzioni nuove ed efficaci ai problemi;

- Favorire modalità di comunicazione di tipo non verbale;

- Valorizzare il proprio potenziale emotivo/espressivo attraverso l'espressività corporea; 


Poiché il corpo esprime chi siete, imprime negli altri l'immagine di quanto siete nel mondo.

In quanto organi espressivi, gli occhi hanno un ruolo importante nel linguaggio del corpo. Uno sguardo è in grado di comunicare tanto significato che spesso giudichiamo le reazioni di una persona dagli occhi.

Per poter leggere il linguaggio del corpo è indispensabile essere in contatto con il proprio corpo e avere sensibilità per le sue espressioni.

L'organismo vivente si esprime piú chiaramente con il movimento che non con le parole. Ma non solo col movimento! Nelle pose, nelle posizioni e nell'atteggiamento che assume, in ogni gesto, l'organismo parla un linguaggio che anticipa e trascende l'espressione verbale



“Occorre essere stati vogatori prima di tenere il timone, aver tenuto la prua ed osservato i venti prima di governare da soli la nave.”

"Attraverso l'apprendimento ci rigeneriamo. Attraverso l'apprendimento diventiamo capaci di fare qualcosa che non eravamo mai stati in grado di fare. Attraverso l'apprendimento percepiamo di nuovo il mondo e la nostra relazione con esso. Attraverso l'apprendimento estendiamo la nostra capacità di creare e di far parte del processo generativo della vita"
Peter Senge

"Le competenze non utilizzate non migliorano – si degradano"


Karl-Erik Sveiby

l’espressione corporea è una disciplina artistica:campo di esperienza, mobile e fluttuante, decondizionante per il fatto che non si tende verso alcun modello. La creazione diventa creatività: si vive nell’effimero; il punto di partenza è un tema e il punto di arrivo non è mai definito. Per essere apprezzato, questo tipo di lavoro presuppone uno spirito aperto e mobile, attaccato alle cose profonde e sottili; si assaporano allora il piacere “gratuito” della ricerca, il lusso di concedersi tempo per scavare, analizzare - lasciandosi momentaneamente trascinare in una direzione diversa - scoprendo con gioia un percorso che si va allargando in profondità. Si respira un’atmosfera di fiducia, di calore e si apprezzano il confronto costruttivo e la qualità della relazione